mercoledì 31 luglio 2013

Detersivo in polvere per lavastoviglie


Era da un po' che stavo cercando un'alternativa al normale detergente in polvere per lavastoviglie che si trova in commercio. Anche se eco non sempre mi convincevano molto, un po' per il prezzo ma anche perché non lavavano come volevo. Poi l'anno scorso ho provato a fare il famoso detergente al limone che per l'uso a mano andava bene, ma in lavastoviglie non mi piaceva proprio.
Così girando per la rete ho visto su alcuni blog di  oltre oceano che preparavano una polvere che conteneva la borace. Interessante, ma non sapendo dove reperirla, ho provato a creare qualcosa con quello che avevo in casa e ne è uscito questo esperimento.
Premetto che l'ho usato una decina di volte e per ora i risultati sono abbastanza buoni.
Probabilmente può essere ancora migliorata, ma per il momento condivido con  voi questa.
So che per gli ingredienti usati spesso viene sconsigliato di mischiarli, ma per me funzionano bene, nel caso qualcuno vorrà darmi dei consigli sono sempre ben accetti.

Detersivo in polvere per lavastoviglie

1 tazza di bicarbonato di sodio
1 tazza di sale marino
3/4 tazza di acido citrico
3 foglie di alloro

Mettete gli ingredienti in un contenitore ermetico e mescolateli fra loro.
Io ne uso due cucchiaini nella vaschetta per il detersivo della lavastoviglie, ma sperimentate voi a dipendenza dello sporco e del ciclo di lavaggio che usate.
Può capitare che con l'umidità il composto tenda ad agglomerarsi, in quel caso prima di usarlo lo rompo un po' con un cucchiaio.
Ho usato le foglie di alloro, proprio perché non avevo nient'altro in casa, ma sarebbe interessante metterci qualche goccia di olio essenziale ad esempio di limone, aggiungendole al sale e mettendo dopo gli altri ingredienti.

Come dicevo io mi sto trovando bene, ma non escludo di provare delle varianti. Vi farò sapere.



Con questa ricetta partecipo al contest Io lavo eco, I love eco di GocceD'aria e VerdeVero.




Buona settimana.


Ale

venerdì 14 giugno 2013

Torta sacher vegan


Negli scorsi giorni ho festeggiato il mio compleanno e dato che ho raggiunto i 30, invece di fare grandi festeggiamenti, ho preferito prendere una grande decisione per il mio futuro.
Da più di un'anno e mezzo ho eliminato dalla mia dieta i latticini a causa dell'allergia alle proteine del latte di mio figlio (come già avevo spiegato qui). Poi da qualche mese ho eliminato anche la carne dalla mia dieta.
Ora pensando a come vengono prodotte a livello "industriale" (perché di industria purtroppo trattasi), le uova, il miele e come vengono allevati o pescati i pesci, mi sono detta che non voglio più alimentare questo sistema.
Quindi il passo è stato breve nel ritrovarsi ad essere vegan. In fin dei conti più che una scelta è stato un processo che è maturato negli ultimi anni.
Quindi per festeggiare mi sono preparata questa ottima torta in versione vegan.
In casa è stata un successo e nessuno si è accorto della differenza con quella normale. :)

Torta sacher vegan

250gr. farina bianca
30gr. fecola
115gr. sciroppo d'agave
1/2 bustina di lievito per dolci
60gr. di cacao
35gr. di olio di semi (io ho usato colza)
3dl latte di riso

marmellata di albicocche (per farcire)

cioccolato fondente e latte di riso (per la copertura al cioccolato)

Mescolare tutti gli ingredienti secchi in una ciotola, e il latte, lo sciroppo d'agave ed l'olio in un'altra. Aggiungere i liquidi agli ingredienti secchi e mescolare. Dovrà venirvi un'impasto abbastanza fluido, ne' troppo denso, ne' troppo liquido. Nel caso aggiustate aggiungendo poca acqua all'impasto.
Ora foderate uno stampo rotondo con cerniera con la carta da forno e versatevi l'impasto.
Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 40-50 minuti. Dipende molto dal vostro forno. Per verificare se è pronto fate la prova stecchetto, se esce asciutto spegnete il forno e lasciate lo sportello aperto per una decina di minuti prima di togliere la torta.
Una volta che la torta si è raffreddata, tagliatela a metà e farcitela con marmellata di albicocche.
Ora sciogliete il cioccolato fondente con un po' di latte di riso e cospargete la torta, finché e tutta bella coperta di cioccolato. Ora aspettate che si solidifichi la copertura ed ecco pronta la vostra torta da gustare.


Buona settimana.

Ale

sabato 8 giugno 2013

Pesto di foglie di ravanello


I ravanelli sono una delle cose più facili da coltivare. Eppure io negli ultimi anni ho avuto dei raccolti scarsissimi. Così quest'anno ho pensato bene di seminarne una bella quantità pensando che non sarebbero nati. Ma come sempre la natura mi smentisce e mi sono ritrovata con una foresta di ravanelli nell'orto. Visto che per crescere però hanno bisogno di un po' di spazio tra uno e l'altro, ho dovuto eliminarne una buona parte.
Ma cosa farne delle foglie con quella mini radice rossa attaccata?

Di solito le foglie dei ravanelli che giungono a maturazione le uso da  mettere nella frittata, ma visto che la quantità questa volta era davvero tanta, ho voluto provare a fare il pesto, per condirci la pasta con le patate.



Pesto di foglie di ravanello

Un mazzetto di foglie di ravanello
Aglio
Olio d'oliva extra vergine
Lievito alimentare in scaglie (o parmigiano per chi lo preferisce)
Pinoli

Per la preparazione si fa come per il pesto normale. A me piace preparalo nel mortaio, anche se è un po' più lunga come preparazione rispetto ad usare un minipimer o quant'altro, trovo che diventi più cremoso.
Prendete le foglie lavate dei ravanelli, e lavorate con gli altri ingredienti fino ad ottenere la consistenza di un normale pesto. Io vado molto ad occhio per questa preparazione, perché dipende molto dai gusti, se mettere di più di uno o dell'altro ingrediente.



Ed eccolo pronto per condire la pasta. Ha un gusto particolare, molto deciso. Giusto per capirci ai miei bimbi non è piaciuto molto, ma a noi grandi invece sì.
Se avete l'occasione provatelo, come alternativa al comune pesto di basilico.

Buona settimana.

 Ale


lunedì 27 maggio 2013

Ortica- pianta dai mille usi


Da quando non mangio più carne sono sempre alla ricerca di alternative per integrare le proteine nella mia dieta. Per quanto mi piacciano i legumi e mi sia data all'autoproduzione di tofu e seitan, spesso mi sono chiesta se non ci fosse una fonte valida anche nel mio giardino.
Ed ecco che scopro che le ortiche sono la soluzione.
Leggevo l'altro giorno nel libro, "La mia cucina con le piante selvatiche" di Meret Bissegger:

"Le foglie di ortica sono particolarmente ricche di proteine (5-9% del peso fresco, che corrisponde a circa 40% della massa secca, il doppio della soia!)." 

Fantastico mi sono detta.
A volte non serve andare lontano e nel mio caso, da quando qualche anno fa, ne ho messo una piantina presa nel bosco nel mio giardino, ho una produzione costante di ortiche, perché si propagano velocemente.
Da mangiare io preferisco le foglie apicali, più tenere che quindi ogni volta che le taglio continuano a produrne delle nuove per tutta l'estate. Ma so che si possono anche mangiare le infioriscenze saltate in padella.
Io adoro mangiarle leggermente sbollentate prima e poi ripassate in padella con aglio e peperoncino.
Sembrano quasi degli spinaci un po' più aromatici.
Ma ci sono svariati modi di prepararle in minestra, nel risotto, negli gnocchi...
Le foglie fatte essiccare diventano un'ottima tisana depurativa.
L'unica accortezza è di fare attenzione a quando si raccolgono a non maneggiarle a mani nude perché sono urticanti. Io personalmente uso i guanti di gomma, quelli per lavare i piatti, per evitare eventuali fastidi.
Un'altra cosa, non buttate via l'acqua di cottura delle ortiche, ma usatela per risciacquare i capelli dopo lo shampoo, ottima contro la caduta dei capelli e la forfora.

Un'altra cosa a cui può servire l'ortica è per la preparazione del macerato da usare nell'orto come antiparassitario e fertilizzante.
Prendete 1kg di ortiche fresche (prima che vadano a seme) e le mettete in un recipiente (che non sia di metallo) con 10 litri d'acqua piovana o acqua del rubinetto lasciata al sole per qualche giorno.
Lasciate il contenitore al sole per 7 giorni o più, finché assume un colore verdastro e smette di schiumare. Il tempo necessario dipende molto dalla temperatura esterna, quindi  i tempi sono solo indicativi.
Ricordatevi di mescolare il composto una volta al giorno.
Attenzione che questa preparazione avrà un odore molto forte e per ovviare potete cospargere la superficie con farina di roccia, anche se lo attenuerà solo. Quindi vi conviene metterlo in una parte del giardino in cui non possa dare fastidio al vicinato.

Una volta pronto prima di essere usato bisogna diluirlo con un rapporto di 1:10 (1 parte di macerato, 10 di acqua). Si potrà somministrarlo alle piante nell'orto in aggiunta all'acqua dell'annaffiatura ogni due settimane circa, dipende anche molto dalla necessita della pianta.
Ottimo anche nebulizzato sulle foglie colpite da afidi.

Come avete visto quindi le ortiche hanno molti usi sia alimentari che non. 
E voi conoscete altri modi per usarle?

Buona settimana.

Ale

mercoledì 22 maggio 2013

Obsolescenza programmata e decrescita


Oggi voglio consigliarvi un ottimo documentario che ho avuto modo di vedere sul secondo canale della televisione svizzera di lingua italiana (RSI LA2).
Se c'è una cosa che mi piace di questa rete è la qualità dei documentari proposti, sempre al passo con i tempi.
Questo documentario in particolare parla di obsolescenza programmata, ossia quel processo in cui si definisce quale è il periodo di vita di un prodotto, prima che esso diventi obsoleto per la società perché fuori moda o perché si rompa prima del tempo perché programmato dal produttore. Quindi in poche parole è come programmare la durata di vita di un determinato bene di consumo.
Nel documentario spiega come è cominciato questo sistema e come ha portato oggi in molti a trovare soluzioni alternative a questa follia.

Ma ora vi lascio il link al video.

La cospirazione della lampadina
di Cosima Dannoritzer


Buona visione e fatemi sapere come lo avete trovato.


Buona settimana.

Ale

domenica 19 maggio 2013

Festival artisti di strada - Ascona 2013



Dopo tanta acqua non ne potevamo più di starcene in casa e dato che non possiamo dedicarci all'orto perchè sembra una risaia, oggi con i bimbi abbiamo sfidato il tempo e siamo andati al "Festival degli artisti di strada" ad Ascona.
Anche se inizialmente pioveva, alla fine è spuntato il sole e siamo stati ripagati da delle performance stupende.


Quest'anno ricorrono i 10 anni del festival, ma per noi è stata la prima volta che abbiamo assistito e ne siamo rimasti affascinati.

Con i bimbi abbiamo seguito per quasi 5 ore svariati spettacoli presentati sul lungo lago di Ascona, completamente rapiti da questi artisti.



Mi è piaciuto molto come queste persone siano così appassionate in quello che fanno e di come la gente li seguisse con lo stesso entusiasmo.
Il festival è completamente gratuito e alla fine di ogni spettacolo ogni spettatore è libero di dare il suo contributo all'artista mettendo nel cappello il denaro che desidera.
Quest'ultima parte mi è piaciuta molto, perché ritengo che per chi ha veramente assistito allo spettacolo viene completamente spontaneo ripagare quella persona per il suo impegno, riconoscendogli quanto lavoro c'è dietro ad una cosa del genere ed essendogli grati per questo.
Da qui mi è anche venuto un pensiero, forse un po' ingenuo. Ma se anche l'economia fosse basata su un sistema del genere non si comincerebbe a dare il giusto valore alle cose?
Cosa ne pensate?...


Comunque oggi ho davvero assistito a della vera arte.
Non come tutta quella roba che viene presentata come pseudo tale dal mainstream, che in realtà a mio modo di vedere è solo spazzatura. Forse anche per questo evito la seconda, ma apprezzo veramente la prima e penso che se ce ne fosse di più, avremmo un mondo un po' diverso...


Comunque oggi ho voluto proporvi qualcosa di diverso dal solito e di condividere con voi questa nostra esperienza, cogliendo l'occasione di consigliarvi eventi del genere. So che ce ne sono un po' ovunque in giro per l'Europa e se potete andateci, ne vale la pena.

Buona settimana a tutti.

Ale

domenica 5 maggio 2013

Lisciva e pasta di cenere


Chi come noi per scaldare la casa d'inverno usa una stufa a legna, deve anche trovare il sistema per  smaltire la cenere che si produce.
Ora un po' la si può utlizzare in giardino, ma il resto?
Un buon sistema è quello di usarla per fare la lisciva di cenere.
Questo è un detergente davvero facile da produrre in casa e di un'efficacia sensazionale.
Di ricette in rete se ne trovano davvero molte ed io personalmente ho seguito quella del blog "La regina del sapone".

Ma quello che mi ha davvero sorpreso non è tanto la lisciva in sé, ma la pasta di cenere che se ne ricava.
Da qualche mese a questa parte pulire la cucina e le pentole è diventata una passeggiata. Noi in cucina abbiamo il vetroceramica e prima per pulirlo a fondo dovevo ricorrere o a quei detersivi in crema super tossici o a tantissimo olio di gomito. Ora invece mi basta prendere una pezzetta un po' di pasta, dargli una passata, risciacquare e in 1 minuto è pulitissimo.
Quindi se avete della cenere che non sapete come smaltire o se riuscire in qualche modo a procurarvela, vi consiglio vivamente di autoprodurvi la lisciva e la pasta di cenere perchè sono davvero sensazionali.

Buona settimana.

Ale



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