mercoledì 31 luglio 2013

Detersivo in polvere per lavastoviglie


Era da un po' che stavo cercando un'alternativa al normale detergente in polvere per lavastoviglie che si trova in commercio. Anche se eco non sempre mi convincevano molto, un po' per il prezzo ma anche perché non lavavano come volevo. Poi l'anno scorso ho provato a fare il famoso detergente al limone che per l'uso a mano andava bene, ma in lavastoviglie non mi piaceva proprio.
Così girando per la rete ho visto su alcuni blog di  oltre oceano che preparavano una polvere che conteneva la borace. Interessante, ma non sapendo dove reperirla, ho provato a creare qualcosa con quello che avevo in casa e ne è uscito questo esperimento.
Premetto che l'ho usato una decina di volte e per ora i risultati sono abbastanza buoni.
Probabilmente può essere ancora migliorata, ma per il momento condivido con  voi questa.
So che per gli ingredienti usati spesso viene sconsigliato di mischiarli, ma per me funzionano bene, nel caso qualcuno vorrà darmi dei consigli sono sempre ben accetti.

Detersivo in polvere per lavastoviglie

1 tazza di bicarbonato di sodio
1 tazza di sale marino
3/4 tazza di acido citrico
3 foglie di alloro

Mettete gli ingredienti in un contenitore ermetico e mescolateli fra loro.
Io ne uso due cucchiaini nella vaschetta per il detersivo della lavastoviglie, ma sperimentate voi a dipendenza dello sporco e del ciclo di lavaggio che usate.
Può capitare che con l'umidità il composto tenda ad agglomerarsi, in quel caso prima di usarlo lo rompo un po' con un cucchiaio.
Ho usato le foglie di alloro, proprio perché non avevo nient'altro in casa, ma sarebbe interessante metterci qualche goccia di olio essenziale ad esempio di limone, aggiungendole al sale e mettendo dopo gli altri ingredienti.

Come dicevo io mi sto trovando bene, ma non escludo di provare delle varianti. Vi farò sapere.



Con questa ricetta partecipo al contest Io lavo eco, I love eco di GocceD'aria e VerdeVero.




Buona settimana.


Ale

venerdì 14 giugno 2013

Torta sacher vegan


Negli scorsi giorni ho festeggiato il mio compleanno e dato che ho raggiunto i 30, invece di fare grandi festeggiamenti, ho preferito prendere una grande decisione per il mio futuro.
Da più di un'anno e mezzo ho eliminato dalla mia dieta i latticini a causa dell'allergia alle proteine del latte di mio figlio (come già avevo spiegato qui). Poi da qualche mese ho eliminato anche la carne dalla mia dieta.
Ora pensando a come vengono prodotte a livello "industriale" (perché di industria purtroppo trattasi), le uova, il miele e come vengono allevati o pescati i pesci, mi sono detta che non voglio più alimentare questo sistema.
Quindi il passo è stato breve nel ritrovarsi ad essere vegan. In fin dei conti più che una scelta è stato un processo che è maturato negli ultimi anni.
Quindi per festeggiare mi sono preparata questa ottima torta in versione vegan.
In casa è stata un successo e nessuno si è accorto della differenza con quella normale. :)

Torta sacher vegan

250gr. farina bianca
30gr. fecola
115gr. sciroppo d'agave
1/2 bustina di lievito per dolci
60gr. di cacao
35gr. di olio di semi (io ho usato colza)
3dl latte di riso

marmellata di albicocche (per farcire)

cioccolato fondente e latte di riso (per la copertura al cioccolato)

Mescolare tutti gli ingredienti secchi in una ciotola, e il latte, lo sciroppo d'agave ed l'olio in un'altra. Aggiungere i liquidi agli ingredienti secchi e mescolare. Dovrà venirvi un'impasto abbastanza fluido, ne' troppo denso, ne' troppo liquido. Nel caso aggiustate aggiungendo poca acqua all'impasto.
Ora foderate uno stampo rotondo con cerniera con la carta da forno e versatevi l'impasto.
Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 40-50 minuti. Dipende molto dal vostro forno. Per verificare se è pronto fate la prova stecchetto, se esce asciutto spegnete il forno e lasciate lo sportello aperto per una decina di minuti prima di togliere la torta.
Una volta che la torta si è raffreddata, tagliatela a metà e farcitela con marmellata di albicocche.
Ora sciogliete il cioccolato fondente con un po' di latte di riso e cospargete la torta, finché e tutta bella coperta di cioccolato. Ora aspettate che si solidifichi la copertura ed ecco pronta la vostra torta da gustare.


Buona settimana.

Ale

sabato 8 giugno 2013

Pesto di foglie di ravanello


I ravanelli sono una delle cose più facili da coltivare. Eppure io negli ultimi anni ho avuto dei raccolti scarsissimi. Così quest'anno ho pensato bene di seminarne una bella quantità pensando che non sarebbero nati. Ma come sempre la natura mi smentisce e mi sono ritrovata con una foresta di ravanelli nell'orto. Visto che per crescere però hanno bisogno di un po' di spazio tra uno e l'altro, ho dovuto eliminarne una buona parte.
Ma cosa farne delle foglie con quella mini radice rossa attaccata?

Di solito le foglie dei ravanelli che giungono a maturazione le uso da  mettere nella frittata, ma visto che la quantità questa volta era davvero tanta, ho voluto provare a fare il pesto, per condirci la pasta con le patate.



Pesto di foglie di ravanello

Un mazzetto di foglie di ravanello
Aglio
Olio d'oliva extra vergine
Lievito alimentare in scaglie (o parmigiano per chi lo preferisce)
Pinoli

Per la preparazione si fa come per il pesto normale. A me piace preparalo nel mortaio, anche se è un po' più lunga come preparazione rispetto ad usare un minipimer o quant'altro, trovo che diventi più cremoso.
Prendete le foglie lavate dei ravanelli, e lavorate con gli altri ingredienti fino ad ottenere la consistenza di un normale pesto. Io vado molto ad occhio per questa preparazione, perché dipende molto dai gusti, se mettere di più di uno o dell'altro ingrediente.



Ed eccolo pronto per condire la pasta. Ha un gusto particolare, molto deciso. Giusto per capirci ai miei bimbi non è piaciuto molto, ma a noi grandi invece sì.
Se avete l'occasione provatelo, come alternativa al comune pesto di basilico.

Buona settimana.

 Ale


lunedì 27 maggio 2013

Ortica- pianta dai mille usi


Da quando non mangio più carne sono sempre alla ricerca di alternative per integrare le proteine nella mia dieta. Per quanto mi piacciano i legumi e mi sia data all'autoproduzione di tofu e seitan, spesso mi sono chiesta se non ci fosse una fonte valida anche nel mio giardino.
Ed ecco che scopro che le ortiche sono la soluzione.
Leggevo l'altro giorno nel libro, "La mia cucina con le piante selvatiche" di Meret Bissegger:

"Le foglie di ortica sono particolarmente ricche di proteine (5-9% del peso fresco, che corrisponde a circa 40% della massa secca, il doppio della soia!)." 

Fantastico mi sono detta.
A volte non serve andare lontano e nel mio caso, da quando qualche anno fa, ne ho messo una piantina presa nel bosco nel mio giardino, ho una produzione costante di ortiche, perché si propagano velocemente.
Da mangiare io preferisco le foglie apicali, più tenere che quindi ogni volta che le taglio continuano a produrne delle nuove per tutta l'estate. Ma so che si possono anche mangiare le infioriscenze saltate in padella.
Io adoro mangiarle leggermente sbollentate prima e poi ripassate in padella con aglio e peperoncino.
Sembrano quasi degli spinaci un po' più aromatici.
Ma ci sono svariati modi di prepararle in minestra, nel risotto, negli gnocchi...
Le foglie fatte essiccare diventano un'ottima tisana depurativa.
L'unica accortezza è di fare attenzione a quando si raccolgono a non maneggiarle a mani nude perché sono urticanti. Io personalmente uso i guanti di gomma, quelli per lavare i piatti, per evitare eventuali fastidi.
Un'altra cosa, non buttate via l'acqua di cottura delle ortiche, ma usatela per risciacquare i capelli dopo lo shampoo, ottima contro la caduta dei capelli e la forfora.

Un'altra cosa a cui può servire l'ortica è per la preparazione del macerato da usare nell'orto come antiparassitario e fertilizzante.
Prendete 1kg di ortiche fresche (prima che vadano a seme) e le mettete in un recipiente (che non sia di metallo) con 10 litri d'acqua piovana o acqua del rubinetto lasciata al sole per qualche giorno.
Lasciate il contenitore al sole per 7 giorni o più, finché assume un colore verdastro e smette di schiumare. Il tempo necessario dipende molto dalla temperatura esterna, quindi  i tempi sono solo indicativi.
Ricordatevi di mescolare il composto una volta al giorno.
Attenzione che questa preparazione avrà un odore molto forte e per ovviare potete cospargere la superficie con farina di roccia, anche se lo attenuerà solo. Quindi vi conviene metterlo in una parte del giardino in cui non possa dare fastidio al vicinato.

Una volta pronto prima di essere usato bisogna diluirlo con un rapporto di 1:10 (1 parte di macerato, 10 di acqua). Si potrà somministrarlo alle piante nell'orto in aggiunta all'acqua dell'annaffiatura ogni due settimane circa, dipende anche molto dalla necessita della pianta.
Ottimo anche nebulizzato sulle foglie colpite da afidi.

Come avete visto quindi le ortiche hanno molti usi sia alimentari che non. 
E voi conoscete altri modi per usarle?

Buona settimana.

Ale

mercoledì 22 maggio 2013

Obsolescenza programmata e decrescita


Oggi voglio consigliarvi un ottimo documentario che ho avuto modo di vedere sul secondo canale della televisione svizzera di lingua italiana (RSI LA2).
Se c'è una cosa che mi piace di questa rete è la qualità dei documentari proposti, sempre al passo con i tempi.
Questo documentario in particolare parla di obsolescenza programmata, ossia quel processo in cui si definisce quale è il periodo di vita di un prodotto, prima che esso diventi obsoleto per la società perché fuori moda o perché si rompa prima del tempo perché programmato dal produttore. Quindi in poche parole è come programmare la durata di vita di un determinato bene di consumo.
Nel documentario spiega come è cominciato questo sistema e come ha portato oggi in molti a trovare soluzioni alternative a questa follia.

Ma ora vi lascio il link al video.

La cospirazione della lampadina
di Cosima Dannoritzer


Buona visione e fatemi sapere come lo avete trovato.


Buona settimana.

Ale

domenica 19 maggio 2013

Festival artisti di strada - Ascona 2013



Dopo tanta acqua non ne potevamo più di starcene in casa e dato che non possiamo dedicarci all'orto perchè sembra una risaia, oggi con i bimbi abbiamo sfidato il tempo e siamo andati al "Festival degli artisti di strada" ad Ascona.
Anche se inizialmente pioveva, alla fine è spuntato il sole e siamo stati ripagati da delle performance stupende.


Quest'anno ricorrono i 10 anni del festival, ma per noi è stata la prima volta che abbiamo assistito e ne siamo rimasti affascinati.

Con i bimbi abbiamo seguito per quasi 5 ore svariati spettacoli presentati sul lungo lago di Ascona, completamente rapiti da questi artisti.



Mi è piaciuto molto come queste persone siano così appassionate in quello che fanno e di come la gente li seguisse con lo stesso entusiasmo.
Il festival è completamente gratuito e alla fine di ogni spettacolo ogni spettatore è libero di dare il suo contributo all'artista mettendo nel cappello il denaro che desidera.
Quest'ultima parte mi è piaciuta molto, perché ritengo che per chi ha veramente assistito allo spettacolo viene completamente spontaneo ripagare quella persona per il suo impegno, riconoscendogli quanto lavoro c'è dietro ad una cosa del genere ed essendogli grati per questo.
Da qui mi è anche venuto un pensiero, forse un po' ingenuo. Ma se anche l'economia fosse basata su un sistema del genere non si comincerebbe a dare il giusto valore alle cose?
Cosa ne pensate?...


Comunque oggi ho davvero assistito a della vera arte.
Non come tutta quella roba che viene presentata come pseudo tale dal mainstream, che in realtà a mio modo di vedere è solo spazzatura. Forse anche per questo evito la seconda, ma apprezzo veramente la prima e penso che se ce ne fosse di più, avremmo un mondo un po' diverso...


Comunque oggi ho voluto proporvi qualcosa di diverso dal solito e di condividere con voi questa nostra esperienza, cogliendo l'occasione di consigliarvi eventi del genere. So che ce ne sono un po' ovunque in giro per l'Europa e se potete andateci, ne vale la pena.

Buona settimana a tutti.

Ale

domenica 5 maggio 2013

Lisciva e pasta di cenere


Chi come noi per scaldare la casa d'inverno usa una stufa a legna, deve anche trovare il sistema per  smaltire la cenere che si produce.
Ora un po' la si può utlizzare in giardino, ma il resto?
Un buon sistema è quello di usarla per fare la lisciva di cenere.
Questo è un detergente davvero facile da produrre in casa e di un'efficacia sensazionale.
Di ricette in rete se ne trovano davvero molte ed io personalmente ho seguito quella del blog "La regina del sapone".

Ma quello che mi ha davvero sorpreso non è tanto la lisciva in sé, ma la pasta di cenere che se ne ricava.
Da qualche mese a questa parte pulire la cucina e le pentole è diventata una passeggiata. Noi in cucina abbiamo il vetroceramica e prima per pulirlo a fondo dovevo ricorrere o a quei detersivi in crema super tossici o a tantissimo olio di gomito. Ora invece mi basta prendere una pezzetta un po' di pasta, dargli una passata, risciacquare e in 1 minuto è pulitissimo.
Quindi se avete della cenere che non sapete come smaltire o se riuscire in qualche modo a procurarvela, vi consiglio vivamente di autoprodurvi la lisciva e la pasta di cenere perchè sono davvero sensazionali.

Buona settimana.

Ale



Permacultura - Secondo raccolto


Oggi in onore dell' "International Permaculture Day 2013", voglio parlarvi di un metodo che è stato ispirato da Bill Mollison uno dei padri della permacultura.
Nel suo libro "Introduzione alla permacultura" scritto insieme a Reny Mia Slay, c'è un interessante capitolo in cui viene spiegato come dare vita ad un secondo raccolto per alcune verdure. Da qui l'estensione ad un maggior numero di verdure è stato facile.
In principio io ho provato con le carote come suggerito nel libro. Poi ho aggiunto i porri, le insalate e le coste.


Ma in cosa consiste?
Quando preparo le verdure sopracitate per mangiarle, taglio il fondo lasciandone almeno un paio di centimetri, poi le adagio in un vassoio con dentro della carta da cucina e metto un centimetro d'acqua che cambierò ogni giorno. Le metto sul davanzale interno vicino ad una finestra ben illuminata e aspetto.
Dopo qualche giorno si vedrà cominciare a crescere le verdure.
Essendo anche noi in piena fase sperimentale posso dirvi che non so bene come saranno le verdure alla fine, ma Mollison dice che si avranno solo delle verdure un po' più piccole delle prime.

Ho provato con dei porri un mese fa, e dopo tre settimane erano alti 7-8cm e avevano anche un po' di radici. Così ho provato a trapiantarli in terra e adesso aspetto che crescono.

Questa insalata ad esempio ha solo 1 settimana ma promette bene. Che ne dite?


Io sono rimasta davvero sorpresa ed ispirata da questa tecnica.
Se pensiamo a come da un pezzetto del fondo della pianta possa rinascerne un'altra è davvero sorprendente. Racchiude in sé tutta la forza della natura. Io trovo che sia pura vita.

E voi conoscevate questo sistema? Fatemi sapere le vostre esperienze.

Buona settimana.

Ale

giovedì 2 maggio 2013

Orto sinergico-Il Giardino di Emilia Hazelip

Ho trovato questo bel documentario che parla di orto sinergico e di Emilia Hazelip, madre di questa tecnica di coltivazione.
Prima però vorrei parlarvi di una delle persone più geniali di cui ho mai sentito parlare e cioè di colui che ha ispirato il lavoro della Hazelip: Masanobu Fukuoka pioniere dell'agricoltura naturale o del non fare.
Consiglio a chi non lo conosce di leggere il suo libro: "La rivoluzione del filo di paglia". È un saggio in cui racconta della sua esperienza e del suo pensiero su come vivere la natura.

Ma prima vi lascio un bel filmato per capire di più su questo personaggio.



Ora per tornare ad Emilia Hazelip, come dicevo per creare il suo metodo di coltivazione e cioè l'agricoltura sinergica, si è basata sul libro di Fukuoka e ne ha creato una versione più adatta al clima Europeo, e si è focalizzata più sull'orto che non sul lavoro nei campi.

Bene ora vi lascio al documentario.
Buona visione.





Come vi è sembrato?
Fatemi sapere se anche voi usate questo sistema per coltivare l'orto o vi basate su qualcos'altro.


Buona giornata.


Ale


mercoledì 1 maggio 2013

1 anno di "DeCrescere in 365 giorni"


È già passato un anno da quando è stato aperto questo blog.
Inizialmente era partito come un modo per tenere traccia degli obiettivi e dei risultati in una sorta d'esperimento di decrescita consapevole.
Ma nel corso dei mesi mi sono resa conto che il fatto di porsi degli obiettivi da dover poi raggiungere mi portava non viverlo più come una cosa felice da attuare con serenità, ma più come un'obbligo verso chi mi seguiva. Così il blog è entrato in una fase di stallo in cui non sapevo più cosa pubblicare e che linea seguire.
In più ci si è anche messo il mio notebook che ha smesso di funzionare e mi si sono presentate due opzioni.
Comprarne subito uno nuovo e continuare a essere online o mandarlo in riparazione senza sapere quanto ci sarebbe voluto. Così in prefetto stile: "riduci, riusa, ricicla",  ho pensato bene di mandarlo in riparazione. Fatto sta che ci sono voluti più di due mesi.  Ma alla fine ero di nuovo online e pronta per ricominciare con il blog.

Ma in che modo? 
Bene mi sono detta che d'ora in avanti condividerò con chi ne ha piacere tutte quelle cose che una persona che intraprende la via della decrescita vive giorno per giorno. Quelle piccole astuzie che si attuano per rendere la vita più facile, consumando di meno e vivendo in una dimensione più semplice.

Qualcuno ora si chiederà: "Ok ma allora nell'ultimo anno che obiettivi hai raggiunto?"
Allora devo dire che rispetto ad un anno fa i nostri consumi si sono ridotti notevolmente. Compro solo quello che è necessario, come alimenti di base, e ho smesso di comprare tutto quello che è superfluo e che non si può autoprodurre. Chiaramente ogni tanto sgarriamo anche noi, ma non siamo diventati integralisti. :) 
Mi piacerebbe ancora riuscire a produrre meno rifiuti e riuscire a trovare il modo di poter comprare senza dover ricorrere a così tanti imballaggi. Ci sto lavorando e vi farò sapere.
Ho anche imposto una regola in casa che ogni nuovo acquisto deve passare al vaglio della famiglia, prima di poter essere attuato. In questo modo si evitano gli acquisti di impulso. In secondo luogo prima di acquistare qualcosa di nuovo, bisogna vedere se si riesce a trovarlo di seconda mano. Non sempre è possibile, ma spesso .
Ed infine sto imparando molto da questo modo di vivere, perché si diventa più consapevoli di ogni cosa che si fa durante la giornata, si tende a eliminare il superfluo, per rendere più semplice la vita.

Bene ora spero di avere un po' più di slancio nel prossimo anno e di essere un po' più costante con il blog.

Grazie a chi mi ha seguito fino ad ora e a chi vorrà farlo da adesso in avanti.


Buona settimana.


Ale

lunedì 29 aprile 2013

Tempo di orto


Da qualche settimana abbiamo ricominciato a lavorare nell'orto. Visto il tempo un po' ballerino abbiamo deciso per una semina in casa per alcuni ortaggi che prevedono temperature più miti come zucchine, zucche, cetrioli, pomodori e melanzane, e poi  per le insalate causa formiche che rubano i semi e lumache che se le mangiano appena spuntate.
Invece per fagiolini, aglio, cipolle e spinaci abbiamo rischiato e vedremo se la semina direttamente in terra all'aperto porterà a qualcosa.

C'è da dire che non abbiamo un grandissimo orto, ma cerchiamo ogni anno di riuscire a trarre il meglio da quello che abbiamo.
Da anni per la coltivazione dell'orto mi affido a quella biologica e come testo di riferimento mi sono sempre basata su "Orto e Giardino Biologico" di Marie-Luise Kreuter. Libro molto ben fatto che come dice mio fratello è la bibbia dell'orto, in quanto c'è davvero molto da imparare.


Quest'anno però ho voglia di sperimentare un po' e quindi ho deciso di porvare a fare anche un'aiuola sinergica per vedere quanto maggiore sarà la resa e per poter fare un paragone su come ho sempre fatto e su questa nuova aiuola. Non che ci siano grandi differenze, se non che un'aiuola è rialzata e l'altra no e sul tipo di ortaggi da mettere e in che posizione.
 Comunque siamo ancora all'inizio e vedremo con il tempo come sarà.
Ora non mi resta che aspettare e vedere quando nasceranno le prime piantine che abbiamo seminato e goderci quelle che hanno resisito all'inverno.


Buona settimana.

Ale

mercoledì 20 marzo 2013

Crema da spalmare alle arachidi


Ormai siamo quasi giunti a primavera e a casa mia circolavano ancora le spagnolette da Natale.
Così l'altro giorno un po' per la nevicata di fine stagione e complice l'influenza che ha contagiato mia figlia, ci siamo messi a sbucciare le arachidi, giusto per far passare il tempo.
Così dopo quasi un'ora di questa attività, ci siamo ritrovati con una bella ciotola piena di arachidi.
Ma cosa farne?
Idea! Le trasformiamo in una crema da spalmare sul pane tipo quelle della Rapuzel, che per quanto buone, costano parecchio.

Non abbiamo una vera e propria ricetta, ma noi abbiamo fatto così.
Abbiamo preso il tritatutto e ci abbiamo messo dentro le arachidi (circa 3 trazze), zucchero di canna integrale (a piacimento), e li abbiamo tritati il più possibile. Poi abbiamo aggiunto un cucchiaio di olio vegetale (il massimo sarebbe di arachidi o mais, ma noi avevamo solo quello di girasole), un pizzico di sale, un cucchiaino di cacao e abbiamo acceso ancora un minuto il tritatutto per amalgamare bene gli ingredienti.
Trascurando la parte laboriosa dello sbucciamento, il resto in 5 minuti era pronto, giusto per essere gustato per merenda. Buonissimo. Non aspettatevi una crema liscia, come quelle in commercio, ma a noi i pezzetti che croccano sotto i denti sono piaciuti.
Quello che avanza si conserva in frigo per una settimana in un contenitore a chiusura ermetica.
In questo modo quello che sarebbe potuto finire nella spazzatura ed essere uno spreco, è stato riciclato e trasformato in qualcosa di buono e sano.

Buona settimana.

Ale







mercoledì 20 febbraio 2013

Decrescita: sacrificio o possibilità di "crescita"?



Da quando ho iniziato questa avventura nella decrescita, mi si sono presentati momenti di entusiasmo, ma anche momenti di sconforto. Sono passata da stravolgere in modo insensato la quotidianità della mia famiglia, eliminando tutto ciò che ritenevo superfluo, per poi dover fare dietrofront quando mi si sono giustamente rivoltati contro, perché avevo imposto loro il mio volere.
Quindi la prima cosa che ho capito è stata che il tutto doveva essere un processo da compiere giorno per giorno, senza forzare nessuno, ma abituando chi mi stava intorno ad un nuovo stile di vita un poco alla volta.

Un'altra cosa con cui non avevo fatto i conti era che mi ero posta troppi obiettivi e troppo ambiziosi per essere attuati in una sola volta, stressandomi tantissimo non riuscendo a portarli a termine tutti nei tempi preposti. Quindi anche qui il tutto stava nel fare una cosa alla volta un passo dopo l'altro.

Se in principio a livello teorico mi sembrava fantastico pensare di mollare tutta questa zavorra di abitudini e concetti legati allo stile di vita occidentale, nella pratica non è stato così semplice come avevo pensato. In più occasioni mi sono trovata a chiedermi: "ma chi me lo ha fatto fare?..."
Perché diciamocelo, bisogna investire tempo e voglia per poter vivere in modo più sobrio e spesso guardandoci intorno ci viene lo sconforto.
Un esempio: porto i biscotti fatti in casa a mia figlia per merenda dopo l'asilo. Un'altra mamma mi dice: "ma li hai fatti tu? io anche se avessi il tempo non lo farei mai, sai il tempo che butti via... a comprarli ci vuole un'attimo..."
Oppure: per natale a mio figlio di 1 anno e mezzo hanno regalato una gru telecomandata. Già solo per il fatto che era in plastica e ci andavano le batterie non mi andava a genio...in più non era proprio adatta alla sua età perché sapevo che non sarebbe durata un pezzo. Comunque dopo neanche 10 minuti che ci stava giocando e caduta e si è staccato un pezzo. Cosa mi sento dire: "Se non si può aggiustare al massimo ne compriamo un'altra..."
Questi sono solo due esempi di poco conto, ma me ne capitano tutti i giorni anche più sconfortanti e questo mi lascia spesso l'amaro in bocca.

Perché se è vero che io nel bene e nel male mi impegno ogni giorno per migliorami ed eliminare il superfluo dalla mia vita, mi rendo anche conto che c'è ancora troppa gente che non è per niente consapevole di quello che c'è dietro al mio stile di vita e al mio pensiero.
Quindi spesso mi domando se ha senso...
Ma poi riflettendoci mi rendo conto che un senso c'è...
Anche se con quello che faccio posso influenzare una sola persona ogni tanto, e che questa dopo aver preso coscienza della situazione, riuscirà ad influenzarne un'altra e via dicendo, ci saranno comunque sempre più persone che avranno aperto gli occhi. E magari arrivati alla soglia della massa critica il concetto sarà diventato normale per tutti. Un po' come per il fenomeno della centesima scimmia...o della teoria della risonanza dei campi morfici di Rupert Sheldrake.


Quindi tornando alla domanda del titolo mi viene da rispondere che se spesso e volentieri agli occhi di tanti sto facendo un sacco di sacrifici per portare avanti il mio obiettivo, ai miei occhi invece sto crescendo giorno dopo giorno e acquisendo capacità ed esperienze che chi non lo ha mai provato non può capire. Ed allora vado avanti giorno dopo giorno un passo alla volta...

E per la cronaca i biscotti continuo a farli e la gru l'abbiamo già aggiustata molte volte ;)

Buona settimana a tutti.

Ale



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